~Nirvana Cult

Interpretazione "Smells like teen spirit".

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view post Posted on 7/2/2010, 15:54




Tratto da "Nirvana. Kill Your Friends - Testi commentati"
di Gianluca Polverari e Andrea Prevignano


Interno, notte. La storia della canzone che ha battezzato gli anni Novanta inizia nel disordine della camera da letto di due ventenni. Si narra che la canzone sia nata una sera in cui Cobain si trovò nel suo appartamento con Kathleen Hannah delle Bikini Kill a ubriacarsi. Una testimonianza diretta del fatto arriva da un’intervista rilasciata da Cobain al Seattle Times: “Ci stavamo divertendo un mondo parlando di cose rivoluzionarie, e finimmo per distruggere la mia stanza da letto, gli specchi, il letto, tutto quello che trovavamo. Iniziammo a imbrattare con lo spray i muri e Kathleen scrisse ‘Kurt Smells Like Teen Spirit’, e lo presi per un complimento. Voleva dire che sapevo come quel deodorante da teenager, Teen Spirit. L’aveva visto in tv, e quindi supposi di puzzare un bel po’”.
Sarebbe stato il deodorante che utilizzava Tobi Vail, batterista della riot grrrl band Bikini Kill, allora sua fidanzata. In seguito Cobain avrebbe ritrattato la questione affermando di avere appreso che si trattava di un deodorante solo diverse settimane dopo l’uscita del singolo. Intervistato in altre occasioni Cobain si rivelerà insofferente nel mettere fuoco il topic della canzone: “In sostanza è una canzone sugli amici, sui coetanei. Ci sentiamo ancora come dei teenager perché non vogliamo seguire l’insegnamento che ci vorrebbe adulti. Ce ne andiamo in giro, cerchiamo di divertirci. C’è una sorta di rivoluzione adolescenziale in questa canzone”. E a sottolineare il carattere contraddittorio del testo Cobain sosterrà poi: “E’ sul prendersi gioco dell’idea di mettere in atto una rivoluzione. Ma è lo stesso una bella idea”.
Grohl molto tempo dopo avrebbe messo in dubbio dicendo di credere a stento a un senso compiuto dei testi di Cobain, soprattutto dopo averlo visto scrivere il testo pochi minuti prima di entrare in studio. “Si trattava di trovare sillabe e rime che si adattassero alla canzone”. Questo non corrisponderebbe a realtà secondo Charles R. Cross che smonta definitivamente nella biografia dei Nirvana Più pesante del cielo la figura di un Cobain poeta istintivo. Cross rifacendosi alle testimonianze dei presenti in studio tratteggia un Cobain solo apparentemente in difficoltà con la stesura dei testi, e in verità perfettamente in grado di selezionare il contenuto dei suoi fedeli taccuini.
Vig ricorda che le prove in studio della canzone, poco prima della registrazione, erano state eseguite a volumi incredibili: Cobain e Novoselic avevano spinto i loro amplificatori al massimo e Grohl, nonostante fosse momentaneamente non amplificato, emergeva comunque. Cobain rivelò a Rolling Stone nel gennaio 1994 dettagli determinanti sull’ispirazione: “Stavo tentando di scrivere la canzone pop per eccellenza. In sostanza stavo cercando di ispirarmi ai Pixies, devo ammetterlo. Quando li sentii la prima volta provai l’impulso di farne parte, o almeno di suonare in una loro cover band. (Per Smells Like Teen Spirit, N.d.T.) abbiamo usato il loro senso delle dinamiche, morbide e tranquille e poi dure e rumorose”.
Dave Marsh, critico musicale ed ex firma di Creem e Rolling Stone disse: “Come Louie Louie, anche Smells Like Teen Spirit è riluttante e svelare il suo significato” (oltre che a Louie Louie la canzone è stata paragonata, per affinità nel materiale melodico a un brano dei Boston, More Than a Feeling, del 1976). Addirittura diverse emittenti radiofoniche inizialmente ebbero qualche problema ad accettare il singolo perché il testo non solo era indecifrabile, ma non era chiaro quali parole Cobain stesse cantando.
Frat rock, musica da party dunque: non è necessario capire ciò che viene detto. Eppure Smells Like Teen Spirit, pure se figlia dell’urgenza, pure se il frutto di un’improvvisazione o dell’assemblaggio di frammenti letterari risalenti a qualche tempo prima (Cobain saccheggerà i diari per nutrire il testo della canzone) viene percepita come uno sfogo rabbioso, un pugno al cielo. Butch Vig: “Non so cosa voglia significare ‘Teen Spirit’, ma quando sentii il brano seppi che voleva dire qualcosa, ed era maledettamente intenso”.

Load up on guns, bring your friends
It’s fun to lose and to pretend
She’s over bored, self assured
Oh no, I know a dirty word

Carica i fucili, porta i tuoi amici
È divertente perdere e fingere
Lei è troppo annoiata e sicura di sé
Oh no, io conosco una parola sporca

La roboante chiamata alle armi del primo verso potrebbe alludere all’urgenza rivoluzionaria di un ipotetico movimento giovanile. L’apertura (“Load up on guns, bring your friends”), liricamente potente ed evocativa, doveva essere sembrata inizialmente troppo scioccante anche allo stesso Cobain, se è vero che nei suoi Diari vi giustappose un verso, “I know I know it’s wrong to offend” (“Lo so, lo so, è sbagliato offendere”), difficile dire se una precisazione rassegnata o sentita. Cobain è spesso ondivago. A Top of the Pops nel 1991 dopo avere rifiutato il playback Cobain anziché “Load up on guns, bring your friends” polemicamente cantò “Load up on drugs, kill your friends” (“Imbottisciti di droga, uccidi i tuoi amici”: versione riportata su Outcesticide IV: Rape Of The Vaults).
Michael Azerrad, biografo ufficiale dei Nirvana, sostiene che la ragazza annoiata e sicura di sé del testo sia Tobi Vail, al tempo coinvolta in una problematica relazione sentimentale con Cobain, a sua volta appena uscito da una relazione con Tracy Marander. La Vail batterista delle Bikini Kill è stata una delle principali animatrici della scena “riot grrrl”, riedizione in chiave rock del femminismo americano della metà dei Settanta, una nuova protesta, questa volta in musica, contro la struttura patriarcale della società, lo sciovinismo e il maschilismo, ma comunque non abbastanza reattiva - e in questo assai diverso dagli ascendenti degli anni Settanta - da elaborare una critica politica consistente. Modelli rispettati quelli del manifesto contro gli abusi sessuali SCUM (Society for Cutting Up Men) della protofemminista Valerie Solanas, la politica e la musica della Queer Nation e la figura artistica e intellettuale di Patti Smith.
Dunque, le velleità frustrate del movimento potrebbero essere state prese a paradigma dell’incapacità congenita della Generazione X di sollevarsi (“It’s fun to lose and to pretend”), incapacità che Cobain riconosce in qualche modo anche propria e sulla quale esercita la sua autoironia.
Cobain più o meno consciamente utilizzò uno dei espedienti letterari più battuti della retorica e della dialettica, l’edificazione di un mondo alla rovescia, dove per un attimo “è divertente perdere e fingere”. Ed effettivamente quella messa in atto dalla generazione dei twenty-something a cavallo tra anni Ottanta e Novanta fu un sovvertimento platonico, un movimento da fermi, una paralisi degli intenti, una rivoluzione cerebrale castrata dallo scetticismo che aveva pervaso un’intera leva di giovani. Quasi un momento carnascialesco prima di tornare a quella che i sociiologi americani definirono slackness, indolenza di una generazione.
Secondo quanto riportato da Charles R. Cross nella biografia In Heavier Than Heaven, il testo fu effettivamente ispirato dalla Vail e a suffragare ciò un passo che compariva in una versione primigenia della canzone: “Who will be the King & Queen of the outcasted teens” (“Chi saranno il Re e la Regina dei giovani ribelli”).

I’m worse at what I do best
And for this gift I feel blessed
Our little group has always been
And always will until the end

Do il peggio nel fare del mio meglio
E per questo dono mi sento benedetto
Il nostro piccolo gruppo c’è sempre stato
E sempre ci sarà fino alla fine

L’inadeguatezza adolescenziale (“I’m worse at what I do best”) è una costante della letteratura del secondo dopoguerra americano. Cobain è un Caulfield Holden, un Alexander Portnoy in sedicesimi. È solo l’ultimo di quella tribù di outsider alla quale si fa riferimento nel penultimo verso, un gruppo trasversale di giovani non allineati, ribelli letterari alle prese con il loro flusso di coscienza: forse è il solo momento in cui Cobain sale sul podio e rivendica l’appartenenza a una generazione, per poi scenderne immediatamente, in preda a quell’immobilismo critico (“E’ solo che mi dimentico del perché ci provo gusto”) in cui lo stesso Cobain si riconosce e che in qualche modo biasima facendosene allo stesso tempo gioco. Da qui in avanti la canzone svela la sua natura rabbiosa e impotente chiudendo ogni gruppo di versi con un atteggiamento di resa: “Non pensare” (ignavia), “mi sento giù” (depressione), “un rifiuto” (diniego).

And I forget just why I taste
Oh yeah, I guess it makes me smile
I found it hard, it was hard to find
Oh well, whatever, nevermind
Hello, hello, hello, how low?

E’ solo che mi dimentico del perché ci provo gusto
Oh sì, credo che questo mi faccia sorridere
Lo trovo difficile, difficile da trovare
Be’, qualsiasi cosa sia, non pensarci
Hello, hello, hello, quanto mi sento giù?

Nei Diari compare a questo punto un verso che Cobain deciderà di non utilizzare nella stesura finale di Smells Like Teen Spirit ma che conferma il gioco rischioso della pulsione autodistruttiva portato alle estreme conseguenze: “The finest day I’ve ever had was when tomorrow never came” (“Il giorno migliore che abbia mai avuto è stato quando il domani non è arrivato”). Il ritornello sposta l’azione sul palcoscenico e mette in risalto una delle grandi ossessioni di Cobain, il rapporto con il pubblico, la gestione di una celebrità che in quei giorni stava crescendo esponenzialmente, tema che tornerà tragicamente in altri testi successivi e nella sua lettera di addio al mondo.

With the lights out it’s less dangerous
Here we are now, entertain us
I feel stupid and contagious
Here we are now, entertain us
A mulatto
An albino
A mosquito
My Libido
Yay

A luci spente è meno pericoloso
Eccoci qui ora, intratteneteci
Mi sento stupido e contagioso
Ora siamo qui, intratteneteci
Un mulatto
Un albino
Una zanzara
La mia libidine
Yay

Nel giro di tre versi Cobain muove la prospettiva narrativa dal palco alla platea e poi ancora al palco. L’oscurità del locale (“A luci spente”) è una maschera dietro la quale celare provvisoriamente (“è meno pericoloso”) la consapevole stupidità contagiosa dell’intrattenitore (“Mi sento stupido e contagioso”), mentre un pubblico reclama intrattenimento (“Ora siamo qui, intratteneteci”). È il dramma psicologico del “fool” del grunge, l’artista Cobain conscio della separazione tra uomo e maschera artistica vissuta come costrizione: non è un caso che una variante sui Diari riporti: “segregate us” anziché “entertain us”). Non è un caso neppure che nel 2006 un sondaggio di VH1 UK sui testi dei Nirvana preferiti dagli ascoltatori abbia confermato al primo posto proprio quest’ultimo passaggio. Interessante il testo alternativo proposto da Cobain nel corso di un concerto tenuto all’OK Hotel di Seattle il 17 aprile di quell’anno.

Come out and play make up the rules
I know I hope to buy the truth
It’s not enough to save you
Oh no I’m not afraid of you
(Far away run away)

Va’ la fuori e suona, inventati le regole
Lo so, spero di comprare la verità
Ma non sarà sufficiente per salvarti
Oh no non ho paura di te
(scappa lontano, fuggi)

Torna l’inquietudine per le prime avvisaglie di celebrità, torna la difficoltà nella gestione della fama. E torna un presagio tragico che vedremo ricorrente: inventare le regole, comprarsi la verità non sarà sufficiente a salvarsi, neppure fuggire lontano. Il ritornello si trasforma in:

Well I’m lyin’ and I’m famous
Here we are now entertain us
I feel stupid and I’m lyin’
Here we are now entertain us

Sto mentendo e sono famoso
Eccoci qui ora, intratteneteci
Mi sento stupido e sto mentendo
Eccoci qui ora, intratteneteci

Ancora una volta sembra affiorare l’autoritratto impietoso, con parole se possibile ancora più dure che evocano addirittura la consapevolezza di un rapporto menzognero tra l’artista e il pubblico. Frammenti di questa versione comparivano nei preziosi taccuini poi pubblicati nel 2002 come Journals (in Italia: Diari). Una seconda stesura sui Diari riporta la seguente variazione nella strofa:

Come out and play make up the rules
Take off your clothes I’ll see you in court
We’ll lose but we wont be bored
Dyslexic idiot savant with bad hearing
load up on guns & bring your friends
The secret handshakes pretend
our little group has always been
and always will until the end
we cut our hands & made a pact & swore wed never going back

Va’ la fuori e suona, inventati le regole
Togliti i vestiti, ci vedremo in tribunale
Perderemo ma non ci annoieremo
Dislessico idiota sapiente dal cattivo udito
Carica i fucili e porta i tuoi amici
Strette di mano segrete fanno finta
Il nostro piccolo gruppo c’è sempre stato
E sempre ci sarà fino alla fine
Ci siamo tagliati le mani
Abbiamo fatto un patto
Non saremmo mai tornati indietro

Qui Cobain alimenta alcuni dei luoghi comuni della Generazione X, la mistica del gruppo e i comportamenti di una gioventù disfunzionale. I versi sono ingenui, una poesia giovanile vagamente retorica che Cobain abbandonerà presto per liriche più asciutte ed ermetiche. Il 27 agosto del 1991 la canzone debutta in radio negli States, il 10 settembre viene pubblicato come singolo e inizia a vendere bene soprattutto nelle grandi città, dove il culto dei Nirvana ha già fatto breccia. Il video viene girato a Culver City, ai GMT Studios il 17 agosto 1991, diretto da Sam Bayer, al suo debutto nel campo dei video musicali. Il girato mette in scena una sceneggiatura confusa, eppure si attaglia bene al testo ribellistico e criptico della canzone. Inizialmente Cobain tenta di imporre una propria sceneggiatura, decisamente ispirata a un film del 1979, Giovani Guerrieri (Over The Edge) di Jonathan Kaplan, pellicola su un gruppo di giovani ribelli di una cittadina di provincia (vi compare un giovanissimo Matt Dillon) che occupa una scuola fino a un epilogo drammatico (vedi il riferimento al rock movie Rock’n’Roll High School reso celebre dalla colonna sonora dei Ramones). Di quell’idea sopravvive l’ambientazione scolastica nel corso di un pep rally, un piccolo spettacolo tipico della tradizione sportiva e scolastica americana, animato da cheerleader che esibiscono sul classico pullover collegiale il simbolo anarchico dell’A cerchiata mentre un pubblico prima abulico e poi in preda a eccessi vandalistici si scatena. È Kim Thayil a sintetizzare l’efficacia del video: “Girarlo fu la mossa più azzeccata. Li si mostrava vestiti come i ragazzi ai quali si rivolgevano. Inserire nel video gli studenti fu un’intuizione brillante, spiegava esattamente ‘per chi’ i Nirvana suonavano. Tutto il video voleva dire: ‘Eccoci, eccovi, noi siamo voi’”.
 
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•Hairspray Queen
view post Posted on 31/3/2010, 21:05




Sapete, non riesco a commentare questa canzone.
Non l'ho mai adorata e, so che sembra strano,
è quella che ascolto meno.
La gente parla, parla tanto e sembra che il mondo grunge,
almeno da parte dei Nirvana,
giri intorno a questa canzone.
A me non ha mai detto niente e mai dirà nulla,
ci sarà sempre un'infinita indifferenza.
 
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Gothvampire
view post Posted on 31/3/2010, 23:39




E' la mia preferita ^^
 
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Something In The Way
view post Posted on 24/6/2010, 11:57




CITAZIONE (•Hairspray Queen @ 31/3/2010, 22:05)
Sapete, non riesco a commentare questa canzone.
Non l'ho mai adorata e, so che sembra strano,
è quella che ascolto meno.
La gente parla, parla tanto e sembra che il mondo grunge,
almeno da parte dei Nirvana,
giri intorno a questa canzone.
A me non ha mai detto niente e mai dirà nulla,
ci sarà sempre un'infinita indifferenza.

Invece a me piace, solo che odio il fatto che i Nirvana siano ricordati soltanto per questa canzone...
 
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.Sosu
view post Posted on 24/6/2010, 12:11




Ma fregatevene degli altri ^^
Io la considero semplicemente la loro migliore canzone in assoluto, battuta forse solo da You Know you're Right... anche se non è la mia preferita
 
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Kurt Cobain
view post Posted on 22/7/2010, 09:58




CITAZIONE (•Hairspray Queen @ 31/3/2010, 22:05)
Sapete, non riesco a commentare questa canzone.
Non l'ho mai adorata e, so che sembra strano,
è quella che ascolto meno.
La gente parla, parla tanto e sembra che il mondo grunge,
almeno da parte dei Nirvana,
giri intorno a questa canzone.
A me non ha mai detto niente e mai dirà nulla,
ci sarà sempre un'infinita indifferenza.

Ha avuto sucesso negli anni 90' per ciò che la canzone diceva, e concordo, a me piace ma non è la migliore che abbiano fatto secondo me.
 
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‚lithium
view post Posted on 22/7/2010, 13:04




mi piace un sacco, non la mia preferita, ma di sicuro una delle più energiche e quindi buone per pogare u_u
 
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AboutAGirl}
view post Posted on 24/7/2010, 10:03




Probabilmente neanche ai Nirvana è mai piaciuta molto, dopotutto è la canzone che li ha iniziati al successo
CITAZIONE
Dopo il successo, suonare per me è diventato come un lavoro.Non mi diverto più come prima. È difficile far coincidere l'estro con gli impegni, le date di un tour con le mie personali voglie... È come se all'ispirazione si dovesse sostituire la professione. All'inizio era un'elettrizzante avventura, e adesso tutto sembra essere diventato un circo grottesco.

, confondendo la loro amata cerchia di fans con ragazzi che in realtà si limitavano a canticchiare le loro canzoni orecchiabili senza comprenderne il significato, e proprio contro i quali la musica dei Nirvana si scagliava ('But he doesn't know what i means')
CITAZIONE
Più aumentavano le vendite di NEVERMIND, più il gruppo ignorava chi fosse il proprio pubblico. Per quanto riguardava quello dei college e quello indie, avevano un'idea piuttosto precisa: persone abbastanza intelligenti, politicamente progressiste, non maschiliste e, musicalmente, molto competenti. Adesso i loro concerti erano pieni di insignificanti ragazzotti sportivi, studenti e metallari. Per Kurt, Cris e Dave le vendite stellari significavano solo una cosa: stavano perdendo la loro comunità.

In ogni caso Smells Like Teen Spirit mi piace, e non mi interessa se è l'unica canzone che la maggior parte della gente conosce dei Nirvana. Adoro il modo in cui Kurt è riuscito ad esprimere a pieno la sua frustrazione, la sua confusione, la sua rabbia... poco importa se ha riscosso un grande successo o meno, sempre di una gran bella canzone si tratta.
 
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7 replies since 7/2/2010, 15:54   2456 views
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